La vita

Per lungo tempo quasi dimenticato, Federigo Tozzi è stato rivalutato a diversi anni dalla sua scomparsa. Ad oggi è considerato, insieme a Svevo e a Pirandello, il più importante narratore della stagione modernista italiana.

Federigo Tozzi [Fig. 1] nasce a Siena il 1° gennaio 1883, nella casa di via dei Rossi soprastante la trattoria [Fig. 2] gestita dal padre (Federigo detto ‘Ghigo del Sasso’), un contadino inurbato dal carattere collerico e dispotico [Figg. 3/4]. La madre, Annunziata Automi [Fig. 5], donna di umili origini e dalla salute cagionevole, subisce le imposizioni e i ripetuti tradimenti del marito fino al 1895, quando muore. Inquieto e insofferente della disciplina, il giovane Tozzi frequenta con scarso profitto dapprima le scuole tecniche, poi l’Istituto d’arte [Fig. 6]; i suoi interessi sono tuttavia precocemente rivolti alla letteratura, conosciuta soprattutto attraverso la frequentazione (a partire dal 1897) della Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena [Fig. 7]. Parallele alla formazione culturale sono la militanza nel Partito socialista e la collaborazione con articoli di critica, poesie e novelle a diversi settimanali e periodici di estrazione anarco-sindacalista come «Siena Nuova» e «Pagine libere». Nel frattempo, nel 1908, morto il padre, Tozzi ha sposato la giovane Emma Palagi [Figg. 8/9], ha lasciato l’impiego alla stazione ferroviaria di Pontedera e si è traferito nel podere di Castagneto [Fig. 10], dove ha iniziato a dedicarsi in via esclusiva all’attività letteraria. Sono questi gli anni delle sporadiche pubblicazioni sul cattolico «San Giorgio» e sul «Faro», nonché dell’esperienza, fondamentale sia pure nella sua brevità, della rivista letteraria «La Torre», fondata nel 1913 insieme all’amico Domenico Giuliotti.

Al 1914 risale il trasferimento nella capitale, dove, salvo brevi soggiorni in terra toscana, Tozzi dimorerà fino alla morte [Fig. 11]. Proprio a Roma arriva infine l’agognata notorietà: nel 1917, grazie all’interessamento di Giuseppe Antonio Borgese, l’editore Treves pubblica Bestie, una raccolta di sessantanove brevi prose che ottiene un significativo numero di recensioni e giudizi; il biennio 1918-19 segna l’inizio dell’impiego stabile alla redazione del «Messaggero della Domenica», supplemento culturale del quotidiano romano diretto da Luigi Pirandello; e ancora, nell’aprile 1919 esce, sempre per Treves, Con gli occhi chiusi, il romanzo dell’amore giovanile per la contadina Isola, scritto molti anni prima (forse nel ’13) e inizialmente rifiutato dall’editore Puccini.

Sul principio del 1920, mentre dà alle stampe Tre croci e corregge le bozze dei primi sei capitoli del Podere, Tozzi si ammala gravemente di polmonite. La morte lo coglie nella casa di via del Gesù il 21 marzo 1920 [Fig. 12].

Usciranno postumi i Ricordi di un impiegato, Giovani, L’amore, Il podere, Gli egoisti, il dramma L’incalco e Novale.

*se non altrimenti specificato, tutte le foto relative a questa sezione provengono dal Fondo Tozzi.


VIDEO

Federigo Tozzi, di Massimo Mida 1972
Produzione: Documento Film
Testo: Ruggero Jacobbi
Fotografia: Carlo Alberto Cerchio
Musica: Egisto Macchi
Regia: Massimo Mida
La vita, il pensiero e le opere del famoso scrittore
Life, thought and works of the famous writer Federico Tozzi
[conservato e digitalizzato dall’Archivio Nazionale Cinema Impresa]

Tozzi: la scrittura crudele di Marco Marchi, Riccardo Castellana, Martina Martini
regia: Antonio Bartoli, Silvia Folchi
letture: Paolo Lombardi; voce narrante: Walter Bonino
con la partecipazioni di Luigi Baldacci, Romano Luperini, Mario Luzi
[documentario prodotto in occasione della mostra Scritture del profondo. Svevo e Tozzi, Siena 2002]